Bosone di Higgs, i conti non tornano:
Quanto pesa il
bosone di Higgs, l'ormai arcinota
particella di Dio? Dal 4 luglio, giorno dell'
annuncio della sua scoperta (o della scoperta di una particella che gli somiglia moltissimo), i fisici del
Large Hadron Collider (Lhc), il grande acceleratore di Ginevra, hanno studiato in lungo e in largo le sue proprietà e caratteristiche. Sostanzialmente, l'obiettivo è quello di capire se l'Higgs si comporta esattamente come previsto dal
Modello standard, la teoria che spiega le interazioni di tutte le particelle e le forze finora conosciute. E una delle informazioni più interessanti riguarda, per l'appunto, la sua
massa: secondo gli ultimi dati presentati dai ricercatori lo scorso 13 dicembre, due
misurazioni indipendenti avrebbero evidenziato valori che differiscono di circa
tre Gigaelettronvolt (GeV). Un risultato un po' strano, perché il bosone dovrebbe avere una
massa unica e univocamente identificabile.
Vediamo come si fa a pesare l'Higgs. Gli scienziati fanno collidere protoni ad altissime velocità nel Lhc e studiano i prodotti dell'urto per inferirne le proprietà: tra questi compaiono (molto raramente, a dire il vero) alcuni Higgs, che poi decadono immediatamente in altre particelle. Lhc è in grado di rivelare la presenza del bosone in due modi diversi: un
canale di decadimento produce
due fotoni, mentre l'altro crea quattro particelle note come
leptoni. Sono stati questi due percorsi a fornire dati distinti per la massa:
126,6 GeV per il canale a due fotoni e
123,5 GeV per il canale a quattro leptoni.
“Stiamo osservando una piccola differenza nelle masse misurate”, ammette
Beate Heinemann, fisico della
University of California Berkeley che attualmente lavora ad
Atlas, uno degli esperimenti di Lhc a caccia dell'Higgs. “Diciamo che i valori sono compatibili ma non compatibilissimi”. La discrepanza, in realtà, era già nota in precedenza, ma gli scienziati supponevano che fosse dovuta a qualche problema di cattiva
calibrazione tra gli strumenti. Eppure, anche dopo la taratura e l'analisi dei nuovi dati, la differenza è rimasta.
Subito dopo l'annuncio, alcuni blogger
si sono scatenati per proporre una spiegazione, notando che una possibilità potrebbe essere quella di
due bosoni leggermente diversi tra loro. Si tratterebbe di una scoperta inattesa e davvero bizzarra: più realisticamente, è invece probabile che si tratti di un
errore statistico. Heinemann, infatti, sostiene che il decadimento a quattro canali è stato osservato solo per
dieci bosoni, mentre quello a due canali per circa
cinquecento particelle. Numeri molto bassi: i fisici, in genere, hanno bisogno di osservare lo stesso risultato per migliaia o milioni di eventi prima di essere sicuri che non si tratti di una pura
coincidenza statistica: “La spiegazione che resta più probabile”, conclude Heinemann, “è che si tratti della stessa particella”. Per sciogliere, forse una volta per tutte, la riserva, non resta che aspettare la presentazione dei nuovi dati, prevista per
marzo 2013,
in occasione della
conferenza di Moriond.
Via:
Wired.it
Credits immagine:
naezmi/Flickr